Cos'è l'eutrofizzazione delle acque?
Quando prendiamo in considerazione lo stato attuale del Pianeta dobbiamo fare i conti con l’importanza svolta dall’acqua e dall’inquinamento alla quale una delle nostre fonti di vita è sottoposta. A questo proposito avete mai sentito parlare di eutrofizzazione delle acque?
Nella consueta passeggiata del fine settimana, ci si trova a costeggiare un laghetto verdeggiante in cui prolifera una enorme quantità di alghe e subito ci si chiede se sia un fenomeno normale. Sappiate che, pur trattandosi di un fenomeno naturale, uno dei principali fautori di questo processo che si chiama eutrofizzazione delle acque, è l’uomo. Ma cosa è l’eutrofizzazione delle acque, quali sono le cause, le conseguenze e i rimedi? Scopriamolo insieme in questo approfondimento.
Eutrofizzazione: significato
L'eutrofizzazione delle acque è quel fenomeno ambientale naturale che si verifica quando uno specchio d'acqua, come può essere un lago, uno stagno o una laguna ma qualche volta anche un fiume, si trova ad avere un eccesso di sostanze nutritive, in particolare azoto e fosforo. Questa elevata concentrazione di sostanze nutrienti porta a una proliferazione di alghe a livello superficiale. Pur trattandosi di un fenomeno naturale, negli ultimi decenni si è assistito a una continua crescita di questo fenomeno a cause delle modificate condizioni ambientali che hanno dato vita a diversi cambiamenti significativi nell'ecosistema acquatico, avendo come risultante un impatto negativo non solo sulla qualità dell'acqua, ma anche sulla disponibilità di biodiversità e sulla salute dell’ecosistema in generale. Ma come può accadere che queste sostanze aumentino così significativamente la loro quantità tanto da modificare l’equilibrio e arrivare a compromettere l’ecosistema? Vediamolo insieme.
Eutrofizzazione: cause
Per comprendere pienamente cosa è l'eutrofizzazione delle acque, e soprattutto perché sarebbe bene provare a invertire la tendenza laddove ci si trovi nelle condizioni di una eutrofizzazione, è importante esaminare i processi naturali coinvolti e soprattutto individuare i catalizzatori di questi fenomeni ma anche il ruolo che giocano le attività umane in questo processo.
In condizioni normali, i laghi e i fiumi ricevono nutrienti attraverso il deflusso naturale sul suolo e dalle attività biologiche che al loro interno avvengono. Ovvero scorrendo sui greti e intervenendo sugli argini, le acque si arricchiscono di nutrienti che servono all’ecosistema per proliferare e si arricchiscono, appunto, grazie alla flora e alla fauna che all’ interno nascono, crescono, si riproducono e muoiono. Tuttavia, quando questo arricchimento avviene ad un ritmo più veloce rispetto a quanto il sistema possa gestire, si verifica l'accumulo eccessivo di nutrienti, ed è in quel momento che si può innescare l'eutrofizzazione.
Tornando a quanto detto prima, quali sono le cause dell’eutrofizzazione, ovvero come è possibile che i livelli di azoto e fosforo crescano così abbondantemente? La principale concentrazione di azoto e fosforo nel terreno è dovuta alle attività umane, l'agricoltura intensiva con l’uso sistemico di fertilizzanti ad esempio, ma anche lo scarico di acque reflue urbane e industriali fanno sì che nel suolo aumenti la presenza di queste sostanze. World Economy Forum stima che il 50% dei fosfati utilizzati in agricoltura e nell’industria finiscono nel terreno.
Chiaramente si tratta di sostanze nutritive che hanno come conseguenza quella di favorire la crescita dei vegetali ma che hanno come contropartita la capacità di incrementare lo sviluppo anche di alghe e piante acquatiche. Queste ultime, trovando facile colonizzare masse di acqua, vista la disponibilità accresciuta di nutrienti, creano condizioni di eccessiva produzione di biomassa (questo fenomeno è noto come con il nome di bloom algal, ovvero la proliferazione delle alghe).
Eutrofizzazione: conseguenze
Ne risulta quindi una distesa di alghe che solitamente tende a coprire tutta la superficie dell'acqua. Essendo così fitte e diffuse, le alghe riescono a bloccare il filtrare della luce solare verso le zone più profonde di laghi e fiumi, e questo comporta una riduzione della la quantità di ossigeno disponibile nell’acqua sottostante e quindi l’impossibilità per altre forme di vita acquatica di svilupparsi o anche solo di sopravvivere.
Ricapitolando, al crescere delle sostanze nutritive crescono anche le alghe superficiali, che occupando la superficie dell’acqua impediscono alla flora e alla fauna sottostante non solo di accrescersi ma anche banalmente di esistere.
Continuando nell’analisi del fenomeno dell’eutrofizzazione delle acque occorre notare che, quando le alghe superficiali muoiono, intervengono tutta una serie di batteri allo scopo di degradare la materia organica morta. Questo loro lavoro aumenta il ph e consuma ossigeno (questo elemento contenuto all’interno delle acque cala drasticamente). Quindi non solo l’endoflora non produce più ossigeno sufficiente ma questo scarseggia ancora di più a causa della decomposizione dell’epiflora. A subirne le conseguenze sono, ci teniamo a ribadirlo, anche i pesci e altra fauna acquatica, quella più adatta alla vita con poco ossigeno prolifera, la restante scompare.
Una volta innescato questo processo i sedimenti di un lago iniziano a rilasciare i residui nutritivi e altri elementi potenzialmente dannosi, come i metalli pesanti. I nutrienti aggiuntivi rilasciati alimentano più fioriture algali e, col passare del tempo, ci sono meno possibilità che l'equilibrio dell'ecosistema ritorni. Quindi, se dal principio avviene diminuzione di biodiversità, poi col tempo sopraggiunge non solo l’ipossia ovvero la mancanza di ossigeno che rende incompatibile l’ambiente con la vita, ma anche le acque diventano tossiche.
Conseguentemente ad essere influenzato è anche l’ecosistema oceanico. L'eutrofizzazione se diffusa può avere gravi conseguenze sugli oceani.
Eutrofizzazione: rimedi
Occorre considerare che a livello globale, secondo il World Forum Economy, più di 100,000 laghi sono colpiti dalla crescita incontrollata delle alghe superficiali. Varie crisi idriche negli scorsi decenni sono avvenute proprio a causa dell’eutrofizzazione. Ed è per questo che non solo è essenziale adottare pratiche agricole sostenibili per ridurre il deflusso di nutrienti nei corsi d'acqua, ma anche occorre trovare una soluzione per interrompere il decorso del fenomeno laddove si sia già creato.
Il primo passo per scongiurare l’eutrofizzazione è quindi il monitoraggio degli specchi e corsi d’acqua, solo analizzando lo stato di salute di queste risorse si possono studiare i cambiamenti ambientali e intervenire per arginarli. Contemporaneamente occorre però che vengano fatti notevoli sforzi per migliorare la gestione delle acque reflue urbane e industriali, ma anche il corretto uso di fertilizzanti in agricoltura e l’adozione di sistemi meno impattanti sono elementi altrettanto cruciali. In ultima analisi, la sensibilizzazione pubblica sull’importanza di questo fenomeno può essere fondamentale per invertire la rotta e iniziare a tutelare in modo costante le risorse idriche e l’intero Pianeta.
La gestione sostenibile delle risorse idriche è fondamentale per prevenire e ridurre l'eutrofizzazione laddove già presente. Questo però richiede una collaborazione tra governi, comunità locali, agricoltori, e settori industriali per sviluppare e attuare politiche e pratiche che proteggano le fonti di acqua e i loro fragili ecosistemi.
Fonti:
https://www.biopills.net/eutrofizzazione-delle-acque/
https://www.weforum.org/agenda/2022/09/freshwater-lakes-toxic-algal-bloom/